Mostra Girolamo da Carpi alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara
Girolamo da Carpi - Ritorno a Ferrara
a cura di Alessandra Pattanaro e Marcello Toffanello - Pinacoteca Nazionale di Ferrara
5 aprile – 25 settembre 2022
L’acquisto da parte del Ministero della Cultura del dipinto raffigurante la Sacra Famiglia permette oggi alla Pinacoteca Nazionale di Ferrara di esporre un’opera pienamente rappresentativa dell’attività di Girolamo da Carpi, eseguita dopo i primi viaggi a Roma e probabilmente ancora durante il suo soggiorno bolognese. È un periodo cruciale per l’artista ferrarese, che grazie alle suggestioni ricevute nelle due maggiori città dello Stato pontificio raggiunge la maturità espressiva. La mostra raccoglie altri quattro dipinti eseguiti in questo stesso torno d’anni (1530-1537 ca.), al termine del quale Girolamo è richiamato a Ferrara dal nuovo duca Ercole II d’Este (1534-1559). Si tratta dunque di un duplice “ritorno in patria”: dell’artista in passato e di una sua opera oggi, fra le tante che hanno lasciato la città e l’Italia nei secoli.
Cinque dipinti riassumono l’attività dell’artista ferrarese nel corso degli anni trenta del Cinquecento: dalla pittura devozionale di piccolo formato alla pala d’altare, dalla decorazione ad affresco al ritratto.
Nella Sacra Famiglia recentemente acquistata la formazione dossesca di Girolamo, evidente nella rappresentazione del paesaggio, riemerge assieme a nuove suggestioni da Giulio Romano. La figura semisdraiata della Vergine riprende una scultura romana che a metà del Cinquecento si trovava a Villa d’Este a Tivoli, ma già nota a Raffaello e alla sua scuola nei primi decenni del secolo.
Il San Girolamo nel deserto dalla chiesa di San Paolo a Ferrara, eseguito attorno al 1532-34 per la cappella Fabiani, è certamente la più significativa fra le rare opere di Girolamo da Carpi rimaste in città. L’aspetto possente della figura, la torsione del busto e la posa a gambe accavallate derivano dallo studio delle sculture antiche e delle opere di Michelangelo e Raffaello viste a Roma. Vi è però ancora forte anche il ricordo delle pale d’altare realizzate da Parmigianino per le chiese bolognesi.
Proseguendo sulla strada intrapresa con le mostre della serie Guardami! Sono una storia…, due video proporranno al pubblico il confronto fra i due dipinti, i modelli romani antichi e moderni e i disegni da essi tratti con cui Girolamo da Carpi ha studiato e rielaborato spunti formali per le sue opere.
Il Ritratto di gentiluomo con berretto nero della Galleria Estense di Modena è un bell’esempio di ritratto aristocratico, genere nel quale il Carpi raggiunse un’eccellenza riconosciuta a Bologna nel clima internazionale entro cui avvennero i due incontri fra l’imperatore Carlo V e papa Clemente VII nel 1530 e nel 1533. La fama di Gerolamo come ritrattista fu probabilmente il motivo per cui il nuovo duca Ercole II richiamò l’artista in patria dopo il 1534.
Il frammento di affresco della Fondazione Estense raffigurante San Giorgio, parte del fregio staccato dal refettorio del convento olivetano di San Giorgio eseguito in collaborazione con la bottega del Garofalo attorno al 1537 (esposto in sala 5) è una rara testimonianza dell’intensa attività di decoratore compiuta dall’artista dopo il suo ritorno a Ferrara. Un altro dipinto appartenente alla Fondazione Estense, i Tre apostoli, parte di una serie dedicata alla Pentecoste, conferma la propensione di Girolamo a partecipare a cicli decorativi condotti in collaborazione con altri maestri e mostra come l’artista ferrarese negli anni del ritorno in patria guardi principalmente all’opera di Giulio Romano a Mantova.
Girolamo Sellari detto Girolamo da Carpi (Ferrara 1501 – 1556) fu il maggiore artista attivo in città durante il ducato di Ercole II d’Este (1534-1559). Cominciò a frequentare la corte da ragazzo seguendo il padre Tommaso, pittore decoratore e scenografo, avendo così modo di ammirare le opere di Dosso Dossi e Tiziano nelle collezioni estensi. Secondo Giorgio Vasari fu allievo di Garofalo, prima di lasciare Ferrara attorno al 1525 per sottrarsi ai “lavori meccanici” cui lo costringeva il padre e compiere un primo viaggio “di studio” a Roma. Trasferitosi a Bologna, ebbe modo di vedere le opere là eseguite da Parmigianino fra il 1527 e il 1530 e i fastosi apparati che fecero da cornice agli incontri fra l’imperatore Carlo V e papa Clemente VII nel 1530 e nel 1533. A Bologna l’artista ferrarese acquistò inoltre fama di capace ritrattista che probabilmente fu all’origine del suo ritorno nella città natale al servizio del nuovo duca Ercole II nel 1534. Se si eccettua il periodo trascorso a Roma alle dipendenze del cardinale Ippolito II d’Este e di papa Giulio III (1550-53), Girolamo lavorò per la corte ferrarese fino alla morte collaborando con i fratelli Dossi e con Garofalo nella decorazione delle residenze ducali. Attivo anche come architetto, gli fu affidato il restauro e il rinnovamento del Castello Estense dopo l’incendio del 1554.
Opere esposte:
- Sacra famiglia nel paesaggio, c. 1534-36; olio su tela, cm 42 x 33; Ferrara, Pinacoteca Nazionale, nuovo acquisto
- San Girolamo nel deserto, c. 1532-34; olio su tavola, cm 190 x 123; Ferrara, Chiesa di San Paolo - Ritratto di gentiluomo con berretto nero, c. 1530-35; olio su tela, cm 57 x 51; Modena, Galleria Estense
- San Giorgio, c. 1537; affresco staccato, cm 80 x 90; parte della decorazione del refettorio del monastero di San Giorgio fuori le Mura; Ferrara, Fondazione Estense, in comodato presso la Pinacoteca Nazionale
- Tre apostoli della Pentecoste, c. 1537; olio su tela, cm 108 x 73; Ferrara, Fondazione Estense, in comodato presso la Pinacoteca Nazionale
Testo di Marcello Toffanello
Link alle immagini dei due dipinti in mostra di proprietà della Fondazione Estense: