Sala mostre, dal 18 maggio al 2 giugno. Ingresso libero
Nato a Ferrara, Gabriele Amadori ha mantenuto per tutta la vita forti legami con la città e la sua comunità artistica. La mostra è composta da tele di grandi dimensioni realizzate da Amadori nel corso di concerti live con famosi musicisti contemporanei. Fin dal primo incontro con Demetrio Stratos e grazie alla sua affine ricerca di “cantare la voce per vedere il suono”, Amadori ha infatti voluto rappresentare sulle sue tele questa sinestesia. Ma è durante le innumerevoli performance, presentate dalla seconda metà dagli anni ’70, che l’artista riesce ad indagare in profondità la reciprocità tra immagine e suono, dando vita a dipinti di largo formato seguendo o dettando il ritmo di uno o più musicisti accanto a lui. Nelle sue “music action painting” Amadori converte le astrazioni musicali in materia, movimento, colore cangiante, strato su strato, realizzando un’esperienza che a molti sembrerebbe impossibile: la trasformazione apparentemente “spontanea” della tela sotto le pennellate che diventano movimento, le ondate melodiche accompagnate dai suoi gesti che danno forma ai sogni.